Siamo stati nei casolari che costellano la contrada di Boreano insieme ai volontari della Caritas diocesana di Venosa. Veniamo accolti da tutti in maniera cordiale, a parte lo sguardo timido o di sospetto da parte di qualcuno. Ci dicono di essere sempre contenti quando vedono arrivare degli amici con viveri e acqua, perché ciò li conforta a pensare che qualcuno ogni tanto si ricorda anche di loro. Sono infatti pochi gli aiuti che ricevono, ad esclusione del sostegno da parte della Caritas. Solo qualche contadino passa ogni tanto e lascia loro della verdura del proprio orto.

Ci fanno sapere che ciò di cui hanno bisogno è soprattutto acqua, mentre con il cibo riescono ad arrangiarsi. L’acqua serve loro non solo per bere, ma è importante anche per i riti di purificazione che precedono la preghiera. Sono di religione islamica, vengono quasi tutti dal Burkina Faso. È per questo che preferiscono non accettare carne già macellata dagli italiani, poiché la loro fede prescrive di mangiare solo animali uccisi seguendo delle precise regole.

Hanno necessità anche di corrente elettrica, per evitare di rimanere al buio con il calar del sole, e di medicinali per semplici dolori come il mal di testa o il mal di denti, oltre che di scarpe e vestiario. Sono quasi tutti forti uomini di giovane età, anche se non manca qualche donna, impegnata soprattutto a cucinare, e qualche allegro bambino.

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Francesco Mastrorizzi

Giornalista pubblicista, scrive di cultura e intrattenimento per testate su carta e online. Da freelance si occupa di uffici stampa e comunicazione per artisti, associazioni, istituzioni e imprese. Lavora come consulente nell’ideazione, progettazione e gestione di eventi in ambito culturale. È esperto di social media management e web copywriting.

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