La Corte d’Appello del Tribunale Civile di Milano, con sentenza del 28 novembre scorso, ha riconosciuto lo status di “vittima del terrorismo internazionale” al fotoreporter italiano, originario di Ginestra, Raffaele Ciriello.
L’inviato di guerra perse la vita il 13 marzo del 2002 a Ramallah, in Cisgiordania, mentre stava seguendo alcuni palestinesi armati, colpito per sei volte da una raffica di proiettili partita da un carro armato israeliano. Ciriello aveva solo 42 anni, lavorava come fotografo freelance inviato nelle zone di guerra e si trovava in Medio Oriente per il Corriere della Sera.
I giudici d’Appello hanno confermato la sentenza di primo grado del marzo 2010, compresi i benefici di legge a favore della vedova, che ha promosso la causa civile, e della figlia ora undicenne. Il presupposto di entrambe le sentenze è stata la matrice terroristica dell’evento che ha coinvolto Ciriello, poiché si è ravvisato che l’uccisione sia avvenuta nel contesto di un conflitto armato di contrasto al terrorismo.
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