Trasfigurare la propria vita in letteratura, osservarla in terza persona, ascoltare dall’esterno il fluire dei pensieri e compiacersi del proprio dolore immobile, che si alimenta egoisticamente dell’assenza, ingannando il senso di colpa e rendendo personale l’orrore universale della guerra.


Francesco Mastrorizzi

Giornalista pubblicista, scrive di cultura e intrattenimento per testate su carta e online. Da freelance si occupa di uffici stampa e comunicazione per artisti, associazioni, istituzioni e imprese. Lavora come consulente nell’ideazione, progettazione e gestione di eventi in ambito culturale. È esperto di social media management e web copywriting.

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