Salvatore Schillaci nasce in un quartiere povero di Palermo il 1° dicembre del 1964. Il calcio è la sua passione e, dopo un campionato nella categoria dilettanti, approda al Messina, dove gioca sette campionati dal 1982 al 1989 tra serie B e serie C. Nella stagione 1988-89 si laurea capocannoniere della serie cadetta con 23 gol e questo gli permette di essere ingaggiato dalla Juventus.
Il suo esordio in serie A avviene il 27 agosto 1989. Da quel momento inizia la favola di “Totò”, che realizza il sogno di quando era bambino: giocare nella squadra per la quale ha sempre fatto il tifo. Il primo anno, da titolare al fianco di Casiraghi e Rui Barros, fa faville. Realizza, infatti, 15 gol in 30 partite di campionato e contribuisce in maniera decisiva al successo dei bianconeri in Coppa Italia e in Coppa Uefa. Si conquista così un posto nel cuore dei tifosi bianconeri, che lo accostano ad un altro vecchio idolo venuto dalla Sicilia, Pietro Anastasi.
Il suo momento di maggior fortuna è con la Nazionale di Vicini nei mondiali casalinghi del 1990. Parte in panchina come riserva di Vialli e Carnevale, ma appena entra in campo è un’esplosione. I suoi occhi spiritati in quel mondiale che ci vide al terzo posto sono entrati nella storia del calcio e del costume italiano. Le “notti magiche” di Italia ‘90 hanno esaltato e stravolto la sua vita. Trascinatore di un’intera nazione, vive il Mondiale con un’intensità impressionante, raggiungendo livelli di popolarità da psicosi.
A Mondiale finito, è completamente svuotato e paga in prima persona tutto il clamore suscitato. Infatti, alle largamente preventivabili difficoltà della stagione successiva, i media, la critica ed i tifosi gli presentano il conto. Schillaci gioca ancora due stagioni a Torino, ma mostra una crescente tendenza a sbagliare sottoporta, segnando pochissimo, finché non viene ceduto all’Inter, prima di concludere la sua carriera in Giappone.
Si ritira dall’agonismo nel 1999, dopo un lungo infortunio che lo tiene lontano dai campi di gioco già dal 1997, anno della vittoria in J-League. Dal 2000 gestisce a Palermo il centro sportivo per ragazzi “Louis Ribolla” ed è proprietario dell’U.S. Palermo, squadra che negli anni ha militato nelle categorie calcistiche regionali.
Nel 2004 cerca di affermarsi nel mondo dello spettacolo, accettando di partecipare come concorrente alla trasmissione “L’isola dei famosi”, versione italiana del reality show americano “Celebrity Survivor”, in cui un gruppo di concorrenti VIP deve riuscire a sopravvivere su un’isola deserta senza alcun tipo di comodità. Schillaci si fa notare per la propria genuinità, ma anche per il basso livello culturale. Il pubblico però lo premia, facendolo arrivare tra i tre finalisti.
Nel 2010 si lancia anche nella fiction, con un piccolo ruolo nella serie “Squadra antimafia – Palermo oggi”. Schillaci interpreta il ruolo di un boss mafioso, ma compare soltanto in un paio di scene, nella seconda delle quali viene ucciso. Intanto, nell’attesa, forse vana, che la sua carriera da attore spicchi il volo, continua a trasmettere ai calciatori in erba di Palermo la sua grande passione per il calcio, che per lui ha sempre significato una sola cosa: fare gol.
Pubblicato su: Zeb, n. 3.1/3.2 – summer/fall 2011, pag. 28
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