Il primo calciatore ad aver avuto l’onore di indossare la maglia numero 10 della Juventus dopo l’addio di Del Piero è stato Carlos Tevez, che, pur militando in bianconero per sole due stagioni (dal 2013 al 2015), ha saputo lasciare un segno indelebile nel cuore dei tifosi juventini. Preceduto al suo arrivo a Torino dalla cattiva fama di “bad boy”, affibbiatagli dalla stampa inglese durante gli anni a Manchester, al contrario l’attaccante argentino si è sempre distinto come uno dei leader del gruppo e come un trascinatore della squadra nelle vittorie in Italia e nei grandi match giocati in Europa.
Durante il suo primo anno in bianconero mette a segno 21 reti, 19 delle quali in campionato, risultando l’uomo simbolo del terzo scudetto consecutivo della Juve di Antonio Conte. La stagione successiva, sotto la guida di Allegri, il suo peso si fa sentire anche in Champions League, dove segna sette gol: tre, tra andata e ritorno, agli svedesi del Malmoe nella fase a gironi, altri tre contro il Borussia Dortmund nelle due partite degli ottavi e, infine, un rigore nella semifinale di andata contro il Real Madrid. Per lui si tratta di un record personale nella manifestazione. In totale l’argentino in maglia bianconera segna la cifra tonda di 50 gol in 96 partite disputate, con prestazioni quasi sempre eccellenti. Dopo aver messo in bacheca la doppietta scudetto-Coppa Italia e aver giocato la sua terza finale di Champions League, persa contro il Barcellona, al termine della stagione Tevez lascia Torino, a nove anni dal suo arrivo in Europa.
Nell’estate del 2015 la Juventus viene incontro alle richieste di Tevez, desideroso di far ritorno in Argentina per la parte conclusiva della sua carriera, cedendolo al Boca Juniors. L’Apache torna così a vestire, dopo undici anni, la maglia della sua squadra del cuore. Viene presentato ufficialmente il 13 luglio e cinque giorni dopo fa il suo secondo esordio in gialloblù. Con 5 reti in 10 presenze contribuisce a riportare, dopo tre anni, il Boca alla vittoria della Primera División. Arriva, inoltre, la conquista della Copa Argentina, vinta battendo in finale il Rosario Central. L’anno successivo il Boca non riesce a ripetersi in campionato e per Tevez sfuma anche il sogno di rivincere la Copa Libertadores con la maglia azul y oro. Infatti gli Xeneizes si fermano in semifinale, incassando una doppia sconfitta per mano degli ecuadoriani dell’Independiente Del Valle.
Dopo aver collezionato 56 partite e 25 gol in un anno e mezzo, contraddicendo le precedenti affermazioni di voler chiudere la carriera in Argentina, il 29 dicembre 2016 Tevez decide a sorpresa di lasciare il suo Boca e trasferirsi in Cina, per accettare un’offerta dello Shanghai Shenhua. Con un contratto di 40 milioni all’anno (per 2 anni), diventa, al momento del tesseramento, il calciatore più pagato al mondo. Ma l’esperienza cinese si rivela avara di soddisfazioni per l’Apache e le sue prestazioni deludono le aspettative del nuovo club, tant’è che, dopo un solo anno a Shanghai (in cui disputa 20 partite, segnando 4 reti), a gennaio del 2018 fa ritorno per la terza volta in carriera al Boca Juniors, con cui firma un contratto biennale.
Due gli obiettivi dichiarati di questa nuova avventura: ricevere la convocazione per il mondiale in Russia e vincere la Libertadores. A maggio il Boca si laurea campione d’Argentina per la seconda volta consecutiva, ma risulta quasi irrilevante il contributo di Tevez, il quale non riesce a ripetere le prestazioni del passato, tanto da sentirsi in dovere di scusarsi con i propri tifosi in occasione dei festeggiamenti per la vittoria. Di conseguenza viene anche meno la possibilità di disputare il suo ultimo mondiale all’età di 34 anni. A Carlitos resta così solo un obiettivo, prima di chiudere la carriera nel 2019: lanciare l’assalto a quella Copa Libertadores che manca ormai dalla bacheca del Boca Juniors dal 2007.
Pubblicato su: Zeb, n. 17 – 2018, pag. 28
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