Questa rubrica nasce con lo scopo di mettersi sulle tracce degli ex juventini, dai giocatori agli allenatori fino ai dirigenti, da quelli che hanno fatto la storia della Juve a quelli che sono rimasti soltanto per poco tempo, ma che hanno lasciato tutti un segno nel cuore dei tifosi juventini.

Partiamo da quello che è stato il nostro baldo capitano dal 1996 al 2001, portando sempre la fascia al braccio con onore e merito: Antonio Conte. Con la maglia bianconera ha segnato, insieme ad altri grandi compagni di squadra, l’era juventina dei successi degli anni Novanta e della prima parte del nuovo millennio sotto la guida di Marcello Lippi. Deve però il suo debutto alla Juventus, dove arriva nel novembre 1991, diventando da subito punto fermo del centrocampo, al nome di un altro grande tecnico, Giovanni Trapattoni. L’esordio in serie A, però, risale addirittura al 6 aprile del 1986, con la maglia del Lecce, la squadra della sua città, quando Conte ha appena diciassette anni.

Con la Juve ha vinto in pratica tutto quello che c’era da vincere con la maglia di un club: 5 Scudetti (1994/95; 1996/97; 1997/98; 2001/02; 2002/03), 1 Coppa Italia (1994/95), 4 Supercoppe Italiane (1995; 1997; 2002; 2003). In campo internazionale, questi i successi di Antonio Conte: una coppa Uefa nel 1992/93, una Champions League nel 1995/96, una Supercoppa Europea nel 1996 e la Coppa Intercontinentale sempre nel ’96.

Lascia la Juve al termine della stagione 2003/04, dopo aver collezionato in campionato 296 presenze e 28 gol, e da subito decide di intraprendere la carriera di allenatore, mestiere che si può dire avesse già iniziato a svolgere in campo da giocatore. Prima però di sedersi su una panchina e dopo un’esperienza come vice di Luigi De Canio al Siena nella stagione 2005/06, consegue con merito, a differenza di un famoso onesto allenatore dal ciuffo brizzolato, il patentino da allenatore al master di Coverciano.

Nella stagione 2006/07 diviene l’allenatore dell’Arezzo, squadra di Serie B che comincia il campionato con 6 punti di penalizzazione. Dopo un inizio difficile, viene esonerato il 31 ottobre 2006, ma richiamato sulla panchina toscana il 13 marzo 2007. Riesce a condurre la squadra ad una notevole rimonta in classifica, ma purtroppo non a raggiungere la salvezza, anche a causa della vittoria all’ultima giornata della squadra rivale dello Spezia sul campo della sua Juve, già promossa da alcune giornate e quindi molto rilassata.

Il 28 dicembre 2007, dopo la sconfitta del Bari per 4 a 0 in casa con gli acerrimi rivali del Lecce e le conseguenti dimissioni dell’allenatore Giuseppe Materazzi, Antonio Conte, proprio lui, leccese, viene chiamato da Vincenzo Matarrese alla guida del Bari. L’obiettivo è quello di raggiungere la salvezza e Conte ci riesce con grande tranquillità, anche facendo rafforzare la squadra nel mercato di gennaio, grazie ai suoi preziosi consigli. I tifosi del Bari inizialmente lo accolgono tra i fischi, ma dopo pochissime giornate l’umiltà e la signorilità con le quali svolge il suo lavoro lo fanno diventare l’idolo della tifoseria biancorossa, che in breve tempo gli perdona le sue origini leccesi. D’altra parte però Conte deve pagare dazio con i tifosi salentini, che lo accolgono al derby con cori offensivi, e si trova a subire, purtroppo, anche un’aggressione ad opera di una frangia estremista della tifoseria leccese nell’estate del 2008.

La stagione 2007/08 serve comunque a Conte per gettare le basi per un futuro da protagonista nella serie cadetta. Infatti per la stagione 2008/09 la società punta decisamente alla promozione in Serie A e perciò effettua una campagna acquisti molto ricca con colpi di mercato come Barreto, Alessandro Parisi, Raffaele Bianco, Daniele De Vezze, Salvatore Masiello, tutti ottimi giocatori scelti da Conte. A gennaio 2009 arrivano anche i promettenti Stefano Guberti e Davide Lanzafame. Dopo un inizio di stagione pieno di pareggi, il Bari inizia a conseguire delle vittorie importanti che lo portano nelle posizioni alte della classifica. La squadra di Conte gioca un calcio vivace e spettacolare, apprezzato da tifosi, giornalisti e addetti ai lavori, ma si distingue anche per il carattere e la grinta. Il 24 gennaio il Bari arriva al primo posto in classifica, per la prima volta dopo vent’ anni, da quando nella stagione 1988/89 i biancorossi allenati da Gaetano Salvemini chiusero in testa il campionato in compagnia del Genoa.

Pubblicato su: Zeb, n. 1.1 – summer 2009, pagg. 18-19

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Francesco Mastrorizzi

Giornalista pubblicista, scrive di cultura e intrattenimento per testate su carta e online. Da freelance si occupa di uffici stampa e comunicazione per artisti, associazioni, istituzioni e imprese. Lavora come consulente nell’ideazione, progettazione e gestione di eventi in ambito culturale. È esperto di social media management e web copywriting.

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