A dare lustro al nome di Grottole nel mondo artistico è lo scultore Nisio Lopergolo, insigne maestro nell’arte della ceramica. Classe 1951, dopo aver studiato arte a Bari, ha completato la sua formazione presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze. Durante la sua carriera ha costantemente coniugato l’attività artistica con la pratica dell’insegnamento e negli anni ha esposto in numerose mostre personali e collettive.

Il suo laboratorio artistico si trova a Matera, nel Sasso Barisano, ed è ricavato in un ipogeo, dove accoglie amanti dell’arte provenienti da tutto il mondo. Qui espone sculture forgiate con sapienza dalle sue mani utilizzando materiali diversi: argilla, pietra, legno. Tali opere sono la testimonianza di una rara capacità di elevare l’artigianato popolare ad arte nobile e geniale. La sua ricerca si concentra principalmente sulla ceramica e sul rilancio di alcune tecniche storiche, in particolare sull’impiego della tecnica del “lucignolo” in chiave contemporanea. Non di rado nei suoi lavori attua una reinterpretazione del patrimonio iconografico della terra lucana. La sua abilità creativa si esprime anche nella produzione di oggetti di uso comune, come vasi, piatti, brocche o la tipica “rizzola”, un’anfora di terracotta destinata a contenere acqua o vino.

Tra le molte opere eseguite per essere esposte permanentemente in luoghi pubblici, c’è il Monumento ai Caduti di tutte le guerre che si trova a Garaguso. Realizzato in bronzo, si caratterizza per il suo sviluppo verticale, che richiama alla mente gli obelischi egizi e le colonne romane. Sui pannelli che lo compongono si possono leggere eventi bellici di tutte le guerre, in particolare delle due guerre mondiali. Le figure che animano gli episodi, con i loro sguardi impauriti, mettono in risalto la tragedia umana e la sofferenza delle famiglie indirettamente coinvolte.

Nel 2017 Nisio Lopergolo è stato ambasciatore dell’arte lucana a Firenze all’XI Mostra Biennale Internazionale di Arte Contemporanea, selezionato dalla Galleria Porta Coeli di Venosa per esporre tre opere: Peccato originale, Mnemosyne e Attesa inerte. In tale circostanza è stato premiato dalla giuria nella categoria ceramica artistica per l’opera Attesa inerte, con la seguente motivazione: “Per la teatralità dell’opera tridimensionale, che anche attraverso il gioco delle ombre rende l’idea del movimento nella realizzazione scultorea”.

Pubblicato su: Pagine Lucane, anno II – num. 1, febbraio 2018, pag. 28


Francesco Mastrorizzi

Giornalista pubblicista, scrive di cultura e intrattenimento per testate su carta e online. Da freelance si occupa di uffici stampa e comunicazione per artisti, associazioni, istituzioni e imprese. Lavora come consulente nell’ideazione, progettazione e gestione di eventi in ambito culturale. È esperto di social media management e web copywriting.

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