Il MAR, Museo d’Arte della città di Ravenna, ospita fino al prossimo 6 giugno la mostra dal titolo “I Preraffaelliti e il sogno italiano”, primo evento nella nostra nazione dedicato a quel movimento artistico denominato “Preraffaellismo”, sorto in Inghilterra nella seconda metà dell’Ottocento e fondato sul recupero di un’arte spontanea e ispirata alla natura, identificata nei pittori del Quattrocento italiano attivi prima di Raffaello.
Gli artisti appartenenti a questo movimento, i cui protagonisti principali furono William Holman Hunt, Dante Gabriel Rossetti ed Edward Burne-Jones, costituivano una vera e propria confraternita, fondata a Londra nel settembre 1848, e si consideravano dei rivoluzionari intenzionati a mutare il corso dell’arte inglese. Il movimento si contrapponeva alle scuole di pittura ufficiali: in particolare il suo bersaglio era la Royal Academy, strettamente legata a modelli e immagini convenzionali e che aveva come artista di riferimento Raffaello, capostipite dello stile classico.
Al centro del rinnovamento dei Preraffaelliti vi era il rapporto con l’Italia, con la sua arte, la sua letteratura e i suoi paesaggi. In particolare della pittura precedente il Rinascimento maturo essi apprezzavano la brillantezza dei colori, l’aderenza alla semplicità della natura, l’attenzione ai particolari, l’intensità e la semplicità dell’espressione. Nella sua volontà di cambiamento la Confraternita Preraffaellita (The Pre-Raphaelite Brotherhood) era supportata criticamente da John Ruskin, cultore e amante dell’Italia e sostenitore del principio della verità della natura.
Le oltre 130 opere in mostra a Ravenna provengono dai principali musei inglesi e sono suddivise in due grandi sezioni tematiche: la prima volta a testimoniare il fascino che esercitò sui Preraffaelliti la letteratura italiana del Medioevo e del Rinascimento; la seconda dedicata alla loro rappresentazione del paesaggio naturale e storico italiano.
Il percorso espositivo è introdotto da una sala in cui sono presentate opere di artisti del XIV-XVI secolo che hanno ispirato i Preraffaelliti, tra le quali la Natività e la Preghiera nell’orto del Beato Angelico, il San Giovanni Evangelista di Lorenzo Costa e il Gesù Bambino tra la Madonna e San Giuseppe adorato dai pastori del Perugino.
Nella prima sezione della mostra, tra i soggetti letterari preferiti dai Preraffaelliti, spiccano quelli tratti dalla Divina Commedia di Dante, come dimostra l’opera Francesca da Rimini di William Dyce, ispirata all’episodio più celebre del capolavoro dantesco a quell’epoca in Gran Bretagna, quello di Paolo e Francesca. Altri esempi della fama della vicenda dei due amanti galeotti sono la scultura marmorea di Alexander Munro, Paolo e Francesca, e il dipinto Dante medita l’episodio di Francesca da Rimini e Paolo Malatesta di Joseph Noel Paton.
Anche Dante Gabriel Rossetti nutriva un profondo interesse per la poetica di Dante: ne è un esempio la magnifica serie di acquerelli e dipinti, che illustrano alcuni episodi chiave della Divina Commedia o avvenimenti immaginari della vita del poeta, come Dante disegna un angelo nel primo anniversario della morte di Beatrice e Beatrice a un ricevimento di nozze nega il saluto a Dante.
La seconda sezione espositiva è incentrata attorno alla figura di John Ruskin. Egli, convinto fautore della conservazione dei monumenti e fortemente preoccupato per l’opera di restauro degli stessi, a suo avviso dannosa, che veniva portata avanti all’epoca, prese a riprodurre in disegno, in modo da conservarne una testimonianza visiva, gli edifici che amava e che riteneva in pericolo. Ben presto la sua attività si fece più sistematica e finì per assoldare giovani artisti, che inviava in Italia per indagare e documentare attentamente l’architettura e le opere d’arte dei borghi e delle città della penisola. I discepoli di Ruskin, inoltre, si fecero ispirare dalle bellezze naturali della campagna e dei paesaggi tipici delle varie regioni, riproducendo splendide vedute, molte delle quali possono essere ammirate all’interno del museo.
Altre incantevoli rappresentazioni paesaggistiche in mostra sono opera dei rappresentanti della cosiddetta Scuola Etrusca, fondata nel 1883 dal pittore e patriota italiano Nino Costa, che attraverso i loro dipinti volevano esprimere tutta la loro ammirazione per l’Italia.
La mostra si conclude con l’esposizione di cartoni e disegni preparatori relativi al ciclo di mosaici presente nella chiesa anglicana di San Paolo dentro le Mura a Roma. Realizzati da Burne-Jones nel 1880, essi costituiscono il momento conclusivo dei Preraffaelliti in Italia.
Pubblicato su: In Arte, anno VI – num. 5 – maggio 2010, pagg. 18-21
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